CARCERE DEI TRE SANTI - Vicolo Tre Santi
La Chiesa adibita nel Carcere dei Santi Martiri è un luogo sacro, prioritario sulla via dei Tre Santi Patroni Alfio, Filadelfo e Cirino; di importanza sia per l'agiografia dei santi che per la storia romana della comunità leontina. Il carcere si raggiunge da Via Paradiso [così denominata nella toponomastica per aver portato i martiri al luogo di sentenza e martirio], imboccando il Vicolo Tre Santi. Questa chiesa è nota come: "Grotta dei Santi", "Chiesa di San Giuliano Spedaliere Patrono dei Viandanti" e con i nomi siciliani di "Rutta i Rattatullu", cioè "Grotta di Tertullo" (colui che sentenziò l'uccisione dei Tre Santi) oppure di "A Rutta 'e Santi" (significante "La Grotta dei Santi").
In verità essa è una delle tante testimonianze della classicità, unica nel sud est siciliano per la sua grandezza ad essere utilizzata come carcere. Lì dal 3 Settembre 252 d.C. [data in cui si ipotizza l'ingresso dei tre fratelli di Vaste nella civita leontina] i Santi Alfio, Filadelfo e Cirino furono rinchiusi. Nello stesso luogo fecero apparizioni ad Alfio, Filadelfo e Cirino, secondo gli Atti, l'Apostolo Andrea e Cristo, per rinvigorirli dai patimenti.
L'ingresso del Carcere/Chiesa di forma arcuata è delimitato da una cancellata in ferro battuto accanto alla quale vi è una piccola cella campanaria, ospitante una delle poche campane sopravvissute al devastante terremoto del 1693.
All'interno della cancellata vi è la grotta, il cui impianto ricorda strategicamente quello dell'orecchio di Dionisio. Oggi, adibita a chiesa, nei giorni di Maggio, durante la festa patronale vi è ricostruita una scena di carcerazione dei Martiri Patroni. Sull'altare maggiore vi sono le statue lignee che raffigurano i Tre Martiri, mentre a sinistra vi è situata la statua di Santa Tecla (nobildonna vergine convertita al cristianesimo a seguito della guarigione dalla paralisi), presente nel luogo poichè aiutò i Tre Santi durante la prigionia e diede loro post-martirio una degna sepoltura (impianto catacombale Chiesa Santa Maria la Cava e Sant'Alfio).
Questo è un esempio ben conservato di carcere riutilizzato in età federiciana, gli ambienti limitrofi conservano ancora alcuni interessanti ipogei che rimasero sepoltura di molti martiri (stando agli Atti, seconda città dopo Roma in cui ha avuto luogo il martirio di numerosi Cristiani).
Durante le Solennità Patronali questa chiesa vede il passaggio del mezzo busto reliquiario di San Cirino, portato a spalla in processione ed ospitante il Cuore di Sant'Alfio (reliquia più importante sopravvissuta all'incursione saracena, custodita a Lentini).
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